"The Lone Ranger"

Pubblicato il 13 Luglio 2013

L'allegra compagnia di Gore Verbinski, Jerry Bruckheimer, Terry Rossio, Ted Elliott e Johnny Depp si riuniscono al suono delle musiche di Hans Zimmer, inscenando un mastodontico film "miscellaneous" d'azione, amore, commedia, avventura, azione, e perchè no, anche un tocco di fantascienza. A questo giro la gang dei pirati è stata illuminata da un'altra idea originale. Già nel 2003 erano riusciti nell'impresa di prendere un genere ormai in disuso da decenni, quello piratesco, e riportarlo sul grande schermo in una mega produzione atta ad ammaliare tutte le fasce di pubblico, come solo le grandi produzioni Bruckheimer riescono a fare. Oggi, anche se arrivano secondi dato l'eccelso lavoro di Tarantino in "Django", ci provano con il western.

In linea di massima, anche se si può adorare il tutto, devo ammettere a mio rammarico da fan della saga dei pirati (quella diretta da Verbinski, no l'ultimo pseudo film con la Cruz), che nel film da una parte manca qualcosa e dall'altra c'è qualcosa di troppo.Cullati dalla narrazione di Tonto, siamo purtroppo ributtati nel "presente" del 1931, con l'impressione che possiamo tranquillamente cogliere tutte le volte che rientriamo in questo flash forward di ritrovarsi catapultati in quella commedia carina ma senza forti ambizioni in cui alla mezzanotte i personaggi del Museo di Storia di New York prendono vita, inscenando le loro storie passate ("Una notte al museo" 1 & 2): volente o nolente una trovata non molto felice.Per il resto diciamo che: Armie Hammer sicuramente centrato nel ruolo, un po' bruttina e senza particolari meriti recitativi la compagna Ruth Wilson, il già noto fratello James Badge Dale per l'ultimo capitolo di "Iron Man" ora buono per circa dieci minuti, divertita e divertente Helena Bonham Carter, mentre grandioso e sempre versatile il grande Johnny Depp che infangato dai migliaia di gossip odierni, riporta sullo schermo una sorta di Jack Sparrow un po' più scuro, un po' più silenzioso, ma ancora una volta geniale.

Peccato sì, perché non affascina completamente, non rapisce, come invece lo era stata quella maledizione della prima luna, che personalmente mi aveva fatto rinnamorare del cinema.